Assemblea per il verde nel quartiere

Dopo le precedenti partecipate assemblee ne abbiamo indetta un’altra per coinvolgere ulteriormente gli abitanti del Sodo e le Panche e quindi ci vediamo:
mercoledì 11 ore 17.30 c/o la sala assemblee della parrocchia Pio X via delle Panche (Sodo).
Il volantino di convocazione è lo stesso dell’assemblea del 5 Dicembre
e che potete vedere in questo blog

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Operazione Fiore di Loto: primo video

Ecco il video della piccola incursione di guerrilla gardening al giardino (per ora soltanto area privata abbandonata) di Via Chiuso de’ Pazzi (il Sodo, Firenze).

Operazione fiore di loto 1

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Merc 14 dicembre – Assemblea di quartiere

Mercoledì 14 alle 21.oo assemblea al Circolo di Castello (via Reginaldo Giuliani 378)

In seguito alla partecipata assemblea per il verde nel quartiere di lunedì 5 (vedere il post precedente) è stata riconvocata un’ulteriore assemblea pubblica per cominciare a definire iniziative e progetti  per avere un giardino comunitario nel quartiere

Tutti gli abitanti sono invitati a partecipare

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Lun 5 dicembre – Assemblea di quartiere

Lunedi’ 5 dicembre – ore 21 – Casa del popolo di Castello (via Reginaldo giuliani 374).

Assemblea di quartiere per un giardino comunitario

Vi ricordate dell’area verde di Via Chiuso de’ Pazzi? Vi ricordate di come l’amministrazione comunale aveva negli anni generosamente distribuito promesse, di come l’aveva designata a “risarcimento” per le ennesime cementificazioni e costruzioni? Vi ricordate quant’e’ grande? Vi immaginate quante cose potrebbero esserci fatte se le venisse restituito l’uso pubblico che credevamo le spettasse di diritto? Non vi è sempre sembrato un paradosso che un quartiere disteso ai piedi delle colline fiorentine abbia cosi’ pochi spazi verdi usufruibili dagli abitanti?

Dopo anni di speculazione e cementificazione i risultati rimangono come cicatrici nel nostro quartiere: il verde pubblico e’ diventato un sogno, il verde privato resta dentro le recinzioni pronto ad essere sacrificato in nome del prossimo ennesimo progetto edilizio.
Eppure questo quartiere meriterebbe di piu’, meriterebbe una piazza, un giardino, tanti spazi dove incontrarsi, passeggiare, riposarsi, giocare.

L’area verde di via Chiuso di Pazzi ad oggi è ancora privata, recintata e abbandonata. Gli stessi rappresentanti del Comune,‭ ‬più volte interpellati dagli abitanti del quartiere,‭ ‬non hanno dato nessuna spiegazione sulla questione,‭ ‬trincerandosi in un muto silenzio e nello stesso momento hanno colpevolmente lasciato decadere la possibilità,‭ ‬già concordata negli anni precedenti con la proprietà,‭ ‬di procedere all’esproprio del terrreno.

Noi siamo convinti che quest’area debba essere‭ ‬pubblica,‭ ‬accessibile, attrezzata e che appartenga di diritto agli abitanti del quartiere.‭
Vorremmo che diventasse un giardino comunitario, uno spazio verde dove potrebbero convivere frutteti collettivi, orti didattici, serre e semenzai condivisi, un posto dove generazioni diverse potrebbero scambiarsi saperi, dove si potrebbero presentare libri mentre si annaffiano piante officinali.

I passaggi per raggiungere questo obiettivo devono partire da noi abitanti e la prima cosa da fare e’ vedersi e parlarne tutti insieme.
Il giardino che abbiamo in mente deve essere costruito e autogestito collettivamente, deve partire dalla somma delle idee di tutti, deve contenere i desideri, le energie e le aspettative di chi lo abitera’.

Per tutte queste ragioni, convochiamo un’assemblea di quartiere lunedi’ 5 dicembre, alle 21 alla casa del popolo di Castello

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Progettazione dal basso del giardino di via Locchi

Progettiamo insieme il giardino dietro la scuola Don Minzoni (via Locchi)!

Come nasce l’idea dell’intervento
Nel settembre 2010 a Firenze si tennero 100 assemblee cittadine in 100 luoghi diversi, ripetute a distanza di un anno, organizzate dal Comune di Firenze per coinvolgere i cittadini nell’elaborazione di proposte per la trasformazione di alcuni luoghi della città. In una di queste assemblee venne posta da alcune mamme la questione del giardino di via Locchi sul retro della scuola Don Minzoni. L’associazione “La città bambina” e l’associazione “Architetti senza frontiere” espressero la volontà di sperimentare sistemi di intervento sul verde urbano sostenibili dal punto di vista ecologico, educativo, della qualità del gioco e della modalità di gestione attraverso il coinvolgimento degli abitanti. Nacque così l’idea di collaborare a un progetto sperimentale di trasformazione di un’area verde secondo queste modalità nuove, scegliendo l’area di via Locchi come luogo di sperimentazione e analizzando contemporaneamente tutta l’offerta di luoghi per i bambini nel quartiere.

L’area del progetto. Osservazioni su usi e funzioni
Lo spazio del giardino in questione, se da una parte è “povero” dal punto di vista estetico e progettuale, dall’altra è ricchissimo nel potenziale di uso da parte dei bambini, essendo proprio all’uscita della scuola, luogo di incontro quiotidiano, e presenta paradossalmente delle potenzialità di gioco spontaneo e di avventura proprio grazie all’assenza di strutture di gioco predeterminate e alla presenza di alcuni elementi primari essenziali: l’acqua, la terra, gli alberi. Non servono infatti attrezzature complicate e costose (scivoli, altalene o altro) per esaltare le potenzialità del gioco spontaneo e d’avventura espresse dai bambini, l’importante è riconoscerle e non reprimerle secondo
un’idea di gioco che corrisponde solo alla visione degli adulti. Questo spazio si può migliorare con il contributo e le idee di tutti, ma soprattutto dei bambini stessi. Da qui è nata una prima proposta di laboratorio e di gioco progettuale interattivo realizzato durante la festa di fine anno scolastico a Giugno 2011. Lo scopo era di creare in quella occasione un laboratorio di progettazione partecipata che servisse per lanciare l’attività e sondare le reazioni dei bambini e dei genitori all’ idea di essere coinvolti.

La revoca del finanziamento concesso dall’Autorità della partecipazione alla proposta di sostegno al
processo partecipato presentata dalla scuola
Visti i risultati positivi del primo laboratorio realizzato a giugno abbiamo proposto alla dirigente della scuola di presentare una prima richiesta di supporto all’autorità della partecipazione per la progettazione partecipata del giardino, considerandola una grande occasione di educazione alla cittadinanza attiva e di apertura della scuola al territorio, di restituzione alla scuola di una funzione di catalizzatore di energie collettive che fluiscono dalle aule alle famiglie attraverso i bambini e dalle famiglie alle istituzioni. La proposta è stata accolta da parte dell’Autorità della partecipazione della Regione Toscana, che ha finanziato il progetto con decreto di settembre 2011.
Purtroppo però questa opportunità non è stata riconosciuta come tale dalla dirigente della scuola che, con il suo atteggiamento poco motivato e poco consapevole, ha costretto l’Autorità al ritiro del finanziamento. Noi però non ci rinunciamo….abbiamo entro il 30 novembre la possibilità di ripresentare il progetto con i cittadini come diretti proponenti attraverso una raccolta di firme. E’ per questo che vi chiediamo di collaborare con le associazioni proponenti, per promuovere un laboratorio di progettazione sul giardino che parte dai bambini ma si apre a tutta la cittadinanza. L’idea che muove il nostro approccio alla progettazione degli spazi verdi è che questi spazi
funzionano meglio quanto più le persone se ne appropriano e li sentono vicini, trasformandoli attraverso azioni dirette ispirate alla creatività e ai desideri dei frequentatori, inventando giochi e attività, prendendosene cura…

Chi sono le associazioni proponenti:
La Città Bambina nasce per valorizzare lo sguardo dei bambini nella trasformazione della città attraverso il loro coinvolgimento in
laboratori di progettazione partecipata, cantieri di autocostruzione, attività di educazione ambientale attiva nelle scuole e sul territorio.
Perché se la scuola è aperta, la città è un’aula.
Contatti e info: lacittabambina@gmail.com http://lacittabambina.wordpress.com/

Architetti Senza Frontiere Italia – Toscana nasce a Firenze nel 2011 da un gruppo di professionisti la cui ambizione è
coniugare una forte finalità sociale a quella professionale. L’Associazione è partner di Architetti Senza Frontiere Italia, fondata a Milano
nel 1998 e si inserisce nel network ASF-International assieme a diverse organizzazioni in Europa e nel mondo attive nell’ambito della
cooperazione allo sviluppo sia locale che internazionale. L’azione si concretizza attraverso la promozione e la realizzazione di attività
formative e progetti di architettura che seguano programmi di sviluppo socio territoriale ed ambientale, riconoscendo le comunità
insediate come attori rilevanti dei processi di trasformazione.
Contatti e info: toscana@asfitalia.org http://www.asfitalia.org/

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Piu’ verde nel quartiere: la proposta del csa NextEmerson

Secondo il piano strutturale recentemente approvato il numero di mq a verde disponibile per gli abitanti di questo quartiere corrisponde a 10mq a persona (su un totale Utoe 11di mezzo milione di mq).

Una quantità tale da superare gli standard urbanistici previsti tanto che per i prossimi 10 anni l’amministrazione comunale non ne prevede neppure un metro quadro in più.

Stranamente chi veramente abita nel quartiere non si accorge di tutto cio’.

L’inganno è presto svelato: in questo computo viene considerata qualsiasi area verde presente: dalle aiuole spartitraffico agli spazi privati, dagli alberelli nei parcheggi agli spazi pubblici ma inaccessibili agli abitanti: in alcuni casi in quanto interessati da progetti di riqualificazione che si trascinano da anni, in molti casi in quanto verde abbandonato senza nessun progetto concreto.

In sostanza nell’area che comprende il Sodo, Quarto e Castello, stretta tra via Sestese, la collina, il confine comunale e via delle Panche, la presenza di giardini pubblici e verde attrezzato si riduce a pochissime e frammentate aree per di più delimitate da svincoli e strade configurabili come vere e proprie autostradali come Via Sestese e quindi di fatto inutilizzabili in mancanza di accessi praticabili.

La nostra proposta è semplice: riappropriamoci del verde che ci manca.

Nello stesso momento anche concreta: considerare tutta l’area costituita nella sua parte sud dai terreni adiacenti alla nuova viabilità di via Chiuso dei Pazzi per poi allargarsi man mano che si sale verso la collina dove è circoscritta dalle vecchie perimetrazioni delle ville storiche e dei poderi e qui in cartina definita meglio come un sistema di verde integrato pubblico e accessibile a tutti gli abitanti con una differenziazione al suo interno rispetto ai modi di utilizzo: spazi di gioco, aree di socialità, utilizzo sportivo, orti sociali, aree cani e via dicendo il tutto progettato rispetto alle esigenze del quartiere.

E’ un’area attualmente abbastanza differenziata sia dal punto di vista della proprietà, sia rispetto alla condizione attuale e anche rispetto al futuro utilizzo, sul quale grava peraltro la pesante ipoteca, per il momento fortunatamente abbandonata, di un utilizzo per la costruzione del “Tubone” il cui sbocco sarebbe previsto proprio in questa zona. Un’opera che, se realizzata, comprometterebbe definitivamente tutto il contesto storico e ambientale della zona oltreché quello urbanistico e sociale dell’intero quartiere. Continua a leggere

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L’area verde di via Chiuso dei Pazzi

Un po’ di storia

Circa 7 anni fa l’Amministrazione Comunale decise di realizzare una nuova strada sul prolungamento di via Caldieri. A fronte di un dubbio miglior accesso a Careggi si realizza una sicura ulteriore cementificazione di una area verde del quartiere e si favorisce l’eventuale speculazione edilizia che solitamente segue la costruzione di nuove strade e che rischia di compromettere definitivamente l’area.

Lo stesso procedimento di esproprio risulta poco chiaro: scambi di aree tra amministrazione Comunale e la società Finbest di Sabatini proprietaria dell’area, aumento immotivato degli indennizzi e via dicendo.

Viste le proteste degli abitanti, per una sorta di “risarcimento” del verde rubato la stessa Amministrazione Comunale promette la realizzazione di parcheggi e verde pubblico attrezzato nelle aree adiacenti il nuovo stradone.

Una promessa non mantenuta

Oggi i parcheggi sono diventati di proprietà privata e con un costo salato ma soprattutto l’area a verde non è mai diventata pubblica e accessibile ne’ tantomeno attrezzata. Gli stessi rappresentanti del Comune, interpellati dagli abitanti del quartiere, non hanno dato nessuna spiegazione sulla questione, trincerandosi in un muto silenzio.

Una presa in giro degli abitanti che nutrivano forti aspettative sull’area e il solito favore agli interessi del Mister Betoniera di turno ai danni della gente che nel quartiere ci vive.

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Il verde che non c’e’: il giardino di Villa Alexandra

In occasione della ristrutturazione di Villa Alexandra per la realizzazione di unità abitative, l’Amministrazione Comunale ha concesso un permesso a costruire alla Guelfa Costruzioni per la realizzazione di un parcheggio privato interrato sovrastato da un giardino pubblico in superficie nell’area della Villa prospiciente lo svincolo di Via Sestese con Viale XI Agosto. I lavori sono stati terminati a dicembre 2006 così come il giardino pubblico attrezzato con vialetti e panchine.

Il giardino è piccolo e con un accesso difficoltoso visto che il cancelletto d’entrata si trova direttamente su il vialetto pedonale che da’ su via Sestese ma rappresenterebbe una boccata d’ossigeno per gli abitanti vista la totale mancanza di spazi verdi pubblici e attrezzati nella zona.

Incredibilmente, nonostante sia una procedura semplice e che richiede poco tempo, dal 2009 ad oggi il Comune non ha effettuato il collaudo della struttura e quindi l’area è ancora chiusa agli abitanti con le panchine tristemente inutilizzate.

Quanto ci sarà ancora da aspettare ?

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