il nuovo piano strutturale e il quartiere

L’Amministrazione Comunale sta procedendo alla formazione, al secondo tentativo dopo quello abortito della giunta Dominici, di una programmazione, pianificazione e trasformazione del territorio, che accompagnerà Firenze nei prossimi venti anni. Il
PRG in vigore sarà composto e sostituto dal Piano Strutturale ( già adottato ed approvato ) e dal Regolamento Urbanistico ( di durata di almeno 5 anni ) il cui procedimento è stato da poco attivato. Passaggi successivi saranno l’adozione,
l’inoltro di osservazioni ed infine l’approvazione. L’amministrazione fiorentina con riferimento alle aree di recupero e di trasformazione – aree dismesse pubbliche e private che ammontano a 1( uno ) mln di mq nel territorio – ha demandato ai “ proprietari immobiliari“ con almeno 2000 mq – unici soggetti considerati “attivi,
capaci e portatori di interessi “collettivi” – il proprio ruolo nella programmazione della nostra città , della nostra vita e della conseguente sua qualità. A modello di esempio possiamo pensare a l’ex cinema Apollo che da moltissimi anni genera degrado nel centro storico di una città protetta dall’UNESCO. Tutto ciò in palese contraddizione con la legge regionale 40/2011 la quale prevede un passaggio democratico e partecipativo con la ricognizione da parte del “ Comune” seguita dalla pubblicizzazione del progetto e la conseguente discussione da parte dalla popolazione. Cementificare è la parola d’ordine delle giunte comunali fiorentine in contrapposizione a riqualificazione, sostenibilità e bisogni degli abitanti.
Anche il nostro territorio, Sodo e Castello , sarà interessato pesantemente dal recupero delle aree dismesse ex- Star Color ( Via di Bellagio ) e ex- Cerdec ( Via Giuliani ). Per l’area ex-Star Color dove ora è situato il Csa Next-Emerson ( ed altre all’interno del territorio comunale) è stata presentata una manifestazione di
interesse da un insieme di associazioni di cittadini che con il “solo” “ titolo di cittadinanza ha rivendicato il diritto a decidere la trasformazione del proprio territorio. Sempre nel quartiere vi sono appetiti di imprenditori che intendono trasformare il terreno ancora libero e non urbanizzato intorno a Via del Chiuso dei
Pazzi ( opera di urbanizzazione primaria inaugurata nel 2006 come strada di collegamento nord-ovest per Careggi ) dove già esistono un parcheggio pubblico ( 27 posti auto e 27 per moto ) , un parcheggio interrato privato ed un parcheggio in
superficie privato ( 78 posto auto “non sanati” eseguiti con una Dia per polo espositivo auto) .
Con la scusa della mancanza di risorse economiche e/o ostacoli da parti di privati l’amministrazione comunale non ha rispettato gli standard Mq/ abitante previsti per istruzione, attrezzature, verde pubblico e sportivo e sta’ ha trasformando il “Sodo“ con infrastrutture sempre più pesanti da un lato e promesse disattese dall’altro.
Occorre ricordare l’aumento del carico urbanistico a causa (cosa frequentissima) dell’aumento del numero delle unità abitative
dovute al frazionamento di quelle esistenti ed al cambiamento di  destinazione di ex-magazzini e ex-botteghe ad uso abitativo naturalmente senza implementazione di infrastrutture che avrebbero dovuto accompagnare tali cambiamenti. Anche la strada
sopra indicata ha tolto posti di parcheggio in particolare in via Caldieri.
E’ giunto il momento di rimettersi in “ pari” e riprenderci ciò che ci spetta come cittadini.
Già nella precedente discussione relativa al piano strutturale (Giunta Dominici) poi abortita, i dati per l’allora UTOE 1 Castello-Panche (forniti dall’amministrazione stessa ) evidenziavano, sempre nel rispetto del D.M. 1444/68, una criticità negativa in particolare per le zone a verde pubblico e al parcheggio cosa che nel tempo è
sicuramente peggiorata. Ed è su questi due punti che bisogna insistere particolarmente!!
E’ nostra ferma intenzione presentare le nostre osservazioni al Regolamento Urbanistico adottato per ottenere spazi verdi, parcheggi ed impianti sportivi di quartiere e a difesa di una possibile cementificazione anche futura. Tutto ciò anche
per salvaguardare un territorio con la peculiarità ambientale, storica, paesaggistica, culturale e colturale.

Questa voce è stata pubblicata in Giardini comunitari. Contrassegna il permalink.