Chi siamo

Firenze, zona nord, quartieri del Sodo e di Castello..

Vi ricordate dell’area verde di Via Chiuso de’ Pazzi? Vi ricordate di come l’amministrazione comunale aveva negli anni generosamente distribuito promesse, di come l’aveva designata a “risarcimento” per le ennesime cementificazioni e costruzioni? Vi ricordate quant’e’ grande? Vi immaginate quante cose potrebbero esserci fatte se le venisse restituito l’uso pubblico che credevamo le spettasse di diritto? Non vi è sempre sembrato un paradosso che un quartiere disteso ai piedi delle colline fiorentine abbia cosi’ pochi spazi verdi usufruibili dagli abitanti?

Dopo anni di speculazione e cementificazione i risultati rimangono come cicatrici nel nostro quartiere: il verde pubblico e’ diventato un sogno, il verde privato resta dentro le recinzioni pronto ad essere sacrificato in nome del prossimo ennesimo progetto edilizio.
Eppure questo quartiere meriterebbe di piu’, meriterebbe una piazza, un giardino, tanti spazi dove incontrarsi, passeggiare, riposarsi, giocare.

L’area verde di via Chiuso di Pazzi ad oggi è ancora privata, recintata e abbandonata. Gli stessi rappresentanti del Comune,‭ ‬più volte interpellati dagli abitanti del quartiere,‭ ‬non hanno dato nessuna spiegazione sulla questione,‭ ‬trincerandosi in un muto silenzio e nello stesso momento hanno colpevolmente lasciato decadere la possibilità,‭ ‬già concordata negli anni precedenti con la proprietà,‭ ‬di procedere all’esproprio del terrreno.

Noi siamo convinti che quest’area debba essere‭ ‬pubblica,‭ ‬accessibile, attrezzata e che appartenga di diritto agli abitanti del quartiere.‭
Vorremmo che diventasse un giardino comunitario, uno spazio verde dove potrebbero convivere frutteti collettivi, orti didattici, serre e semenzai condivisi, un posto dove generazioni diverse potrebbero scambiarsi saperi, dove si potrebbero presentare libri mentre si annaffiano piante officinali.

I passaggi per raggiungere questo obiettivo devono partire da noi abitanti e la prima cosa da fare e’ vedersi e parlarne tutti insieme.
Il giardino che abbiamo in mente deve essere costruito e autogestito collettivamente, deve partire dalla somma delle idee di tutti, deve contenere i desideri, le energie e le aspettative di chi lo abitera’.