Secondo il piano strutturale recentemente approvato il numero di mq a verde disponibile per gli abitanti di questo quartiere corrisponde a 10mq a persona (su un totale Utoe 11di mezzo milione di mq).
Una quantità tale da superare gli standard urbanistici previsti tanto che per i prossimi 10 anni l’amministrazione comunale non ne prevede neppure un metro quadro in più.
Stranamente chi veramente abita nel quartiere non si accorge di tutto cio’.
L’inganno è presto svelato: in questo computo viene considerata qualsiasi area verde presente: dalle aiuole spartitraffico agli spazi privati, dagli alberelli nei parcheggi agli spazi pubblici ma inaccessibili agli abitanti: in alcuni casi in quanto interessati da progetti di riqualificazione che si trascinano da anni, in molti casi in quanto verde abbandonato senza nessun progetto concreto.
In sostanza nell’area che comprende il Sodo, Quarto e Castello, stretta tra via Sestese, la collina, il confine comunale e via delle Panche, la presenza di giardini pubblici e verde attrezzato si riduce a pochissime e frammentate aree per di più delimitate da svincoli e strade configurabili come vere e proprie autostradali come Via Sestese e quindi di fatto inutilizzabili in mancanza di accessi praticabili.
La nostra proposta è semplice: riappropriamoci del verde che ci manca.
Nello stesso momento anche concreta: considerare tutta l’area costituita nella sua parte sud dai terreni adiacenti alla nuova viabilità di via Chiuso dei Pazzi per poi allargarsi man mano che si sale verso la collina dove è circoscritta dalle vecchie perimetrazioni delle ville storiche e dei poderi e qui in cartina definita meglio come un sistema di verde integrato pubblico e accessibile a tutti gli abitanti con una differenziazione al suo interno rispetto ai modi di utilizzo: spazi di gioco, aree di socialità, utilizzo sportivo, orti sociali, aree cani e via dicendo il tutto progettato rispetto alle esigenze del quartiere.
E’ un’area attualmente abbastanza differenziata sia dal punto di vista della proprietà, sia rispetto alla condizione attuale e anche rispetto al futuro utilizzo, sul quale grava peraltro la pesante ipoteca, per il momento fortunatamente abbandonata, di un utilizzo per la costruzione del “Tubone” il cui sbocco sarebbe previsto proprio in questa zona. Un’opera che, se realizzata, comprometterebbe definitivamente tutto il contesto storico e ambientale della zona oltreché quello urbanistico e sociale dell’intero quartiere. Continua a leggere→